Prato Urban Jungle: la soluzione nature-based per la trasformazione green della città

Il verde urbano ricopre molte funzioni e porta numerosi benefici all’ambiente e, di conseguenza, alla società. La presenza di alberi, infatti, se ben pianificata e controllata, oltre ad abbellire viali, piazze e giardini è in grado di influenzare clima, qualità dell’aria, vivibilità stessa
delle nostre città.

Un ruolo talmente importante che lo Stato italiano si è dotato della Legge 10/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”. Tra gli obiettivi della norma troviamo l’obbligo per gli Enti locali di incrementare gli spazi verdi urbani e le cinture verdi.

Adottare le Nature-Based Solutions (NBS) è sicuramente il modo più efficace per perseguire l’obiettivo di rendere le nostre città più green. Le NBS sono soluzioni ispirate e supportate dalla natura e introducono negli ambienti artificiali elementi naturali: tetti e facciate verdi, boschi urbani, sistemi di gestione alternativi delle acque piovane, agricoltura urbana, ecc. Azioni che possono essere sintetizzate con il termine forestazione urbana.

Un esempio virtuoso di forestazione urbana è il progetto Prato Urban Jungle (PUJ), una delle 16 buone pratiche di sostenibilità premiate dall’edizione 2022 del Report Ecosistema Urbano di Legambiente.

Prato Urban Jungle: la soluzione nature-based per la trasformazione green della città Quartiere Soccorso, Sede Consiag Estra | render di progetto ©PUJ https://www.pratourbanjungle.it/

Giungla urbana, il caso Prato

PUJ è cofinanziato dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale attraverso l’iniziativa Urban Innovative Actions, e vede il Comune di Prato come capofila e, al suo fianco, 8 partner: Stefano Boeri Architetti, Pnat, Istituto di BioEconomia CNR-IBE, Treedom, grenApes, Legambiente Toscana, Estra, EPP, che rivestono ruoli diversi ma strettamente interconnessi.

Il progetto Prato Urban Jungle mira a rinaturalizzare alcune aree di Prato, in modo sostenibile  e inclusivo, attraverso la realizzazione di vere e proprie giungle urbane in alcune aree marginali della città, ovvero aree ad alta densità di verde, immerse nella struttura urbana, capaci di migliorare la vivibilità e la salubrità della città e di favorire così lo scambio, l’incontro e la socializzazione.

I benefici di un verde intensivo, in termini di salute e di benessere per gli abitanti, possono così essere sintetizzati:
– riduzione dell’inquinamento; tramite la fotosintesi clorofilliana le piante assorbono
anidride carbonica. La chioma e tessuti degli alberi sono estremamente efficaci anche nei confronti di ozono, biossido di azoto, anidride solforosa e polveri sottili (PM10 e PM2,5);
– riduzione dell’inquinamento acustico; le piante hanno un’elevata capacità fonoassorbente
che, se associata ad altri tipi di barriere, permette di ridurre il rumore in modo sensibile;
– miglioramento della temperatura con la riduzione dell’effetto isola di calore; la vegetazione è un climatizzatore naturale, poiché abbassa le temperature di qualche grado grazie all’ombreggiamento e all’evapotraspirazione;
– migliore gestione delle acque meteoritiche in ambito urbano; le chiome degli alberi rallentano la caduta dell’acqua piovana a terra e ne favoriscono l’infiltrazione nel terreno, mentre le radici compattano il suolo e contribuiscono alla stabilità degli argini fluviali.

Come si articola il Prato Urban Jungle

Il progetto UPJ verrà attuato realizzando gradualmente dei progetti in quattro aree, chiamate siti pilota.

Il primo è il quartiere Soccorso, Sede Consiag Estra. Si tratta di una complessa area urbana che si affaccia sulla più trafficata via pubblica della città con il passaggio giornaliero di 50.000 veicoli. Il progetto è stato ideato da Stefano Boeri Architetti e prevede tre diversi interventi di Nature-Based Solutions che interessano la facciata nord, la facciata sud ed il tetto dell’edificio.

La sfida principale del contesto pratese è che si interviene sulle architetture esistenti e non su spazi vergini o dismessi – afferma Stefano Boeri – Si lavora su edifici che hanno una loro ordinarietà e che costituiscono un elemento fondamentale del paesaggio urbano contemporaneo. Intervenire sulla nuova sede di Consiag-Estra permette di ripensare le facciate e il tetto nell’ottica di una fortissima vegetalizzazione, del miglioramento dell’efficienza energetica e di una netta diminuzione dell’inquinamento atmosferico e acustico”.

Lo studio Boeri ha curato il progetto anche per un altro sito pilota, quello del Quartiere San Giusto, gli edifici EPP via Turchia, che prevede la vegetalizzazione delle facciate, la demineralizzazione dell’area adibita a parcheggio dei suoli (che trasformerà 1600mq di pavimentazione impermeabile in superficie drenante), la realizzazione di una grande pergola verde d’ingresso e la creazione di spazi di socialità nel giardino comune.

L’intervento di Via Turchia mira a restituire suoli naturali e spazio pubblico alla collettività, includendo alberi, piante e natura vivente, innestata su edifici esistenti riducendo le superfici mineralizzate, assorbendo numerose tonnellate di CO2 e aumentando il benessere degli abitanti.

Quella del Macrolotto Zero è la terza area pilota di Prato Urban Jungle. Qui sarà realizzato un mercato cittadino, le cui facciate saranno ricoperte di piante. La riconversione dell’ex capannone industriale in cui è stato creato il mercato sarà un modello di riutilizzo del patrimonio industriale dismesso di Prato.

Il quarto sito pilota è l’area commerciale di via delle Pleiadi e sarà ridisegnata da PNAT. In questa area il massiccio impiego di verde giocherà un ruolo chiave, nel creare ombra, comfort ambientale, visivo e psichico.

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